
Il Bugey: vini di pendenza, carattere e altitudine
Tra Savoia e Giura, nascosto tra valli, montagne e sentieri dimenticati, si estende un piccolo grande territorio del vino francese: il Bugey. Una terra che non fa rumore, ma che parla con forza attraverso i suoi vini, sospesi tra eleganza alpina e intensità contadina.
Un territorio verticale
Ciò che distingue il Bugey da altri territori viticoli è la sua verticalità. Qui le viti crescono su pendii ripidi, con inclinazioni dal 30% al 70%, soprattutto nei comuni di Montagnieu, Crept e Seillonnaz. Coltivare la vite in queste condizioni è un lavoro eroico: richiede precisione, forza fisica e una profonda conoscenza del suolo.
Le esposizioni soleggiate, le forti escursioni termiche e i terreni variegati (calcarei, argillosi, ciottolosi) creano microclimi capaci di dare espressioni uniche a ogni parcella.
Vitigni alpini e autoctoni
Nel Bugey si coltivano vitigni che respirano l’altitudine e raccontano l’identità alpina:
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Mondeuse: uva rossa rustica e profumata, che ama i terreni di éboulis calcarei e offre vini speziati, strutturati e longevi.
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Altesse (o Roussette): bianco autoctono elegante e complesso, capace di lunghi affinamenti. Ama i suoli argillosi e la lentezza: le sue fermentazioni possono durare anche 18 mesi.
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Chardonnay e Gamay: declinati in versione alpina, crescono su suoli argillo-calcarei con galets roulés, dando vini freschi, minerali e di grande bevibilità.
Una viticoltura autentica
Molti produttori del Bugey, come Maison Bonnard, lavorano secondo i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica, con vinificazioni naturali, fermentazioni spontanee e uso minimo di solfiti. Le pendenze non permettono scorciatoie: qui tutto si fa a mano, e la natura detta il tempo.
Ogni bottiglia è lo specchio di un paesaggio: accidentato, fiero, verticale. Un vino del Bugey non si beve soltanto, si ascolta.
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